Voto: 4.5/5
Captain America: Brave New World non è un brutto film, ma non si può neanche definire un capolavoro. La sua struttura narrativa è relativamente semplice e di facile comprensione, ma ciò che colpisce maggiormente è l’approccio al tema geopolitico, che, purtroppo, rimane solo accennato. Un approfondimento maggiore avrebbe sicuramente giovato alla pellicola, così come un lavoro più accurato su alcuni aspetti della CGI. Sebbene in determinate sequenze (come la rappresentazione di Red Hulk e Tiamut) il comparto visivo risulti curato e convincente, in altre appare meno raffinato.
Non è un segreto che il film abbia attraversato numerose difficoltà durante la fase di produzione. Oltre al cambio di titolo, le prime proiezioni di prova non hanno ottenuto riscontri positivi, portando a riscritture significative della sceneggiatura. Questo processo travagliato si riflette, almeno in parte, nel risultato finale.
I personaggi presentano un livello di caratterizzazione altalenante: alcuni emergono con forza, mentre altri risultano poco valorizzati o addirittura sprecati.
Tra le interpretazioni più riuscite spiccano quella di Sam Wilson (Anthony Mackie) e del Presidente Ross (Harrison Ford). Mackie è credibile nel ruolo, anche se non convince del tutto. È importante, però, evitare il paragone diretto con Steve Rogers (Chris Evans), poiché Wilson è un Capitan America con una personalità e una filosofia d’azione differenti, un aspetto che il film mette chiaramente in evidenza. Ross, invece, risulta essere il personaggio più approfondito della pellicola, persino più del protagonista. Attraverso il rapporto con la figlia – appena accennato nella parte finale – emergono sfumature inedite del suo carattere, mostrando un lato più vulnerabile che lo rende umano. Questa caratterizzazione aggiunge profondità alla sua scelta finale di inserirsi nel complotto che muove la trama.
Un altro personaggio interessante è Ruth, ex Vedova Nera ora al servizio del governo statunitense. Inizialmente sembra destinata a un ruolo marginale, ma nel finale acquista spessore, lasciando curiosità sul suo futuro nell’MCU. Stesso discorso per Joaquín Torres, il nuovo Falcon, che con ogni probabilità accompagnerà Capitan America nelle prossime missioni.
Di contro, alcune figure chiave risultano meno convincenti. Il villain principale, Samuel Sterns (Il Capo), ha un obiettivo chiaro ma poco solido dal punto di vista narrativo. La sua motivazione appare debole e la sceneggiatura non gli concede abbastanza spazio per renderlo memorabile. Inoltre, il design del personaggio – privo di CGI su richiesta dell’attore – risulta meno impattante del previsto. Un altro personaggio poco incisivo è Sidewinter (Giancarlo Esposito), la cui presenza appare quasi superflua. Probabilmente sarebbe stato più efficace introdurlo in una futura serie TV.
I maggiori problemi del film risiedono nella regia e nel montaggio. La direzione non si distingue per particolare inventiva, mentre il montaggio, soprattutto nelle scene d’azione, risulta eccessivamente rapido e poco esaltante. Considerando che si tratta di un film appartenente al genere action/supereroistico, questa scelta penalizza l’impatto complessivo delle sequenze di combattimento.
Nel complesso, Captain America: Brave New World è un film piacevole, anche se non all’altezza delle aspettative. Pur non raggiungendo i livelli di Captain America: The Winter Soldier o dei film degli Avengers, potrebbe rientrare senza problemi nella qualità media delle pellicole della Fase 2 o 3 del Marvel Cinematic Universe. Sicuramente non è un prodotto eccellente, ma si dimostra superiore a molte delle recenti produzioni, inclusi alcuni capitoli della saga di Thor (fatta eccezione per il primo).
Nonostante i suoi limiti, il film merita comunque una visione.
Voto: 3,5/5
La serie non riesce ad espirimere il suo vero potenziale, un grande peccato!
Ormai si è capito anche dalle nostre valutazioni episodio per episodio: La serie in generale ci è piaciuta ma sicuramente ci aspettavamo molto molto di più a partire dallo stile di animazione scelto che non ci ha mai del tutto convinti ma sopratutto la sceneggiatura che ha tante buone idee ma quelle buone trovano una risoluzione sempliciotta e banale.
Dopo i grandi episodi della prima stagione e la deludente stagione 2 non possiamo che apprendere che purtroppo questa serie può essere un mezzo fallimento se presa nel contesto MCU.
Ma invece se considerata a sé come una serie non canonica che parla di un'avventura multiversale casuale di per sé potrebbe anche essere ottima. Una serie che potrebbe osare ma che non lo fa! Ma casualmente lo fa solo negli ultimi 10 secondi della serie, mostrando personaggi che forse noi non vedremo mai? Perché non portarli a schermo?
Perché è come se dicessimo al pubblico: Avevamo queste idee, ma non sapevamo come mostrarle a schermo o coumunque come confezionare dei veri e propri What If senza farcire il tutto di trama orizzontale, dal gusto banale e sempliciotto.
Questa è una serie che poteva e doveva (da come ci fu presentata) fare di più. Ed invece ha introdotto dei personaggi che non si sa se mai rivedremo.
Merito di questa serie però aver introdotto un ottimo personaggio come Kahhori, e vorremmo che effetivamente venisse portata in live action almeno così da dare un senso a tutto questo, che almeno ad oggi, un senso non c'è l'ha!
Recensione Episodio x Episodio nel nostro blog qui
Voto: 3/5
Agatha All Along, tra luci ed ombre ma alla fine riesce nel suo intento
Agatha All Along rappresenta un’operazione interessante nel mondo del Marvel Cinematic universe , tanto intrigante quanto, in certi tratti, contraddittoria. Sin dai primi episodi, sembra esserci una spinta quasi troppo contenuta, con ritmi dilatati e momenti di pausa che, pur tentando di costruire la suspense, si rivelano più un freno all'entusiasmo iniziale. Questa parte introduttiva fatica a catturare per noi davvero l’attenzione, risultando quasi statica e monotona, nonostante i momenti "spaventosi" che per noi, a questo punto, sono stati messi li solo come riempitivo.
Il vero cambio di marcia, tuttavia, avviene a metà stagione, dove la narrazione si riempie di colpi di scena, dialoghi diventano più incisivi e l'emotività riscatta alla grande la partenza lenta. È proprio qui che sembra di trovarsi di fronte a una scrittura più dinamica e più consapevole del potenziale dei personaggi e dell’ambientazione. Questo contrasto netto fa sorgere il dubbio che "Agatha All Along" sia opera di due menti diverse con visioni differenti (i vari reshoot magari hanno contribuito a dare questa sensazione).
Il finale di stagione, sorprendente e ben orchestrato, rappresenta un vero trionfo per la serie: qui si concentra il cuore del progetto, dove mistero e magia si fondono perfettamente. In quest’ultima fase, la serie riesce finalmente a brillare, con un finale che racchiude la giusta dose di emozione, chiudendo ogni arco narrativo in modo soddisfacente e risolutivo.
In sintesi, Agatha All Along è un’esperienza che può richiedere per qualcuno pazienza, ma che viene ampiamente ripagata se si riesce a superare il primo scoglio dei primi (4) episodi. Una produzione che lascia il segno, seppur con qualche riserva iniziale, e che conquista con un crescendo narrativo fino all’epilogo per noi decisamente appagante. Ed ora non vediamo l'ora di scoprire cosa ci riserverà il futuro.
Voto: 4/5
Deadpool & Wolverine è il miglior film su Deadpool?
Sangue, violenza, volgarità, cosa pretendere di più? Anche i precedenti Deadpool li avevano!
Beh questo film in più ha piccolo frammento di cuore, di quello che in alti e bassi furono i franchise della ormai ex-Twenty Century Fox, questo film è un'operazione nostalgia e una ripartenza per Deadpool e Wolverine, due personaggi che hanno una chimica bellissima (altro che Sam e Bucky).
Un film ricco di sorprese, cameo inaspettati, buoni, cattivi, riferimenti a fumetti, riferimenti alla serie TV Loki, insomma, un calderone di roba ben orchestrata e con spiegoni sul Multiverso furbamente eseguiti.
Deadpool è Deadpool, scurrile, puerile, non curante delle sue azioni, ma qui ha tanto cuore. Wolverine lo stesso, sboccato, disprezzante del pericolo ma qui ha un passato burrascoso, anche se alla fine del film ne esce molto migliorato.
La villain Cassandra Nova è potentissima, ha delle abilità che anche gli stessi Avengers avrebbero faticato a contrastare (è praticamente OP). E' cattiva, capricciosa, maniaca, psicopatica, peccato che il film si prenda poco spazio per introdurla e altrettanto poco spazio nel finale. (Ed è un peccato, l'attrice Emma Corrin, da il meglio di sé (mi piacerebbe rivederla...).
La regia di Levy non è malaccio, c'è un piano sequenza molto divertente, interessante e ben congegnato, forse pecca di troppi rallenty ma in generale se la cava, è un film scorrevole (2 ore assolutamente volate), piacevole da vedere.
La CGI è buona, anche se alcune scelte le avrei riviste personalmente parlando, ma in ogni caso non è assolutamente malaccio! (Idem per i costumi che non sono male tranne quando realizzati in CGI, lì si nota qualche stonatura).
I camei sono potentissimi e la soundtrack qui da tantissimo, si vedono grandi nomi, che non dirò qui, ma una piccola delusione c'è...
...Questo film è molto a se stante, pesca a piene mani dal MCU ma non come avrei pensato. È un giocattolo di Deadpool che ne fa quello che vuole, i pretesti di trama sono flebili, ma a nostro giudizio, molto migliori rispetto ai precedenti film su Deadpool.
Deadpool salverà l'universo Marvel?
L'universo Marvel non ha bisogno di salvatori, ma di trame solide, di una dose generosa di fan-service (visto quello insegnato da No Way Home, ma senza esagerare!) è di un universo condiviso più forte e coeso, così la torta del futuro del MCU sarà pronta!
Sta a loro cercare di non tirare troppo la corda, perché questa operazione può funzionare con il Deadpool di Reynolds e il Wolverine di Jackman, ma una cosa simile avrebbe funzionato con altri personaggi del MCU?
Per chi non ama la violenza, la volgarità e tanto tanto sangue questo non è il film per voi, saltatelo!
Ma ci abbiamo visto il cuore di un fan (Ryan Reynolds) per i fan! Qualcuno potrebbe sicuramente restare deluso da questa pellicola ed è comprensibile. Deadpool & Wolverine è un film che poteva, e forse doveva, spingere di più sul fattore multiversale "Kang? Dove sei?" ma qui è solo un pretesto per far andare avanti la trama, nulla di più.
La prova del nove non è con questo film (e ripetiamo, è molto a sé), ma sarà a febbraio con Capitan America: Brave New World, allora sì che si vedrà se la Marvel (Studios) è veramente tornata (se mai se ne fosse andata) e se Deadpool è stato effettivamente il Gesù della Marvel!
Voto: 4/5